Come superare la paura dell’oscurità con un’esperienza “borderline” in Natura

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Angelo D'Angelo

Barese di origini, adottato dal mondo, rinato nel Bosco… Da sempre ho amato la Natura di quell’amore viscerale che non ti sai spiegare. Perché la Natura può essere un’esperienza concreta da vivere…

Il buio ci fa paura. Nella notte, il buio diventa l’oscurità che si nutre della nostra paura come tigre affamata.

In questo articolo voglio mostrarti come l’oscurità non sia qualcosa da temere ma qualcosa che ci appartiene da sempre. Vedremo anche come superare questa paura con l’aiuto della Natura, grazie ad un’esperienza “al limite” e trasformatrice al tempo stesso.

Come nasce la paura del buio?

Sono certo che almeno una volta da piccolo hai avuto paura dell’uomo nero o del mostro sotto il letto. Spesso sono i nostri stessi genitori che, nel tentativo di farci fare i “bravi bambini”, ci hanno detto che questo signore misterioso ci avrebbe fatto visita e nei casi più estremi, ci avrebbe portato via.

Se anche non hai avuto genitori così scellerati, ci hanno pensato la televisione, i racconti dei tuoi amici o persino le fiabe a inculcarti il mito di una forza maligna che si sprigiona nel buio.

In un caso o nell’altro, il risultato finale non cambia: nella parte più profonda di te, l’inconscio, e nel periodo più delicato della tua vita, l’infanzia, viene registrato un trauma, destinato a rimanere lì e a farsi grosse scorpacciate di paura. Fino a che…

…fino a che non decidi che ne hai abbastanza e affronti questa paura una volta per tutte. E tra poco ti dirò qual è una possibile soluzione, quella che ho applicato io stesso avvalendomi della più preziosa alleata: la Natura.

Cos’è in realtà la paura del buio?

Crescendo, la paura del buio tende a scomparire (in alcuni casi rimane ma non bagniamo più il letto e tutto sommato ce ne facciamo una ragione). Quello che rimane, però, è qualcosa di più sottile.

Sì, perché la paura del buio non è solo paura dell’oscurità. È soprattutto paura per ciò che non possiamo vedere. L’ignoto, quel signore con il mantello scuro (no, non Batman!) che ci attende dietro l’angolo e che ci spaventa a morte.

E così, tendiamo a scansare l’ignoto come fosse un cane rabbioso. Quello che ci sfugge, però, è che in questo mondo tutto ha due facce. L’ignoto non è solo paura di ciò che non conosci. È anche un mistero da scoprire.

Vediamo insieme due esempi pratici:

  1. quante persone rimangono incastrate in un lavoro che detestano solo per paura di finire dalla padella alla brace? E se dall’altra parte del “salto nel buio”, invece ci fosse la missione della loro vita?
  2. O ancora, quante persone restano tutta la vita al fianco di una persona con cui non c’è affinità per paura di non trovare nessun altro e rimanere soli? E se dopo quella relazione, arrivasse la propria anima gemella o scoprissero che la solitudine non è una condizione così malvagia?

Si potrebbe scendere ancora più nei dettagli e andare a ricercare gli eventi scatenanti di certe nostre condizioni. Io, però, non sono uno psicologo e quello che mi interessa non è tanto aiutarti a risolvere i tuoi problemi: questo devi farlo tu lavorando su te stesso.

Ciò che posso fare e che ho a cuore, è mostrarti la strada che ha funzionato per me per superare la paura del buio, e in generale la paura di affrontare l’ignoto. Ovvero…

Dormire di notte nel bosco da solo, l’antidoto per superare la paura del buio

Dormire-di-notte-nel-bosco-da-solo-l’antidoto-per-superare-la-paura-del-buio-WildWisdom-BlogQuando ho deciso di aprire questo blog e aiutare le persone a riscoprire il codice della Natura, dovevo chiudere i conti con la mia abissale paura di dormire da solo nel bosco. Centinaia di volte ho dormito nel bosco con la mia famiglia, i miei amici o con i ragazzi scout di cui sono stato capo.

Stare in compagnia di altre persone nel buio pesto non è mai stato un grosso problema. Anzi, la responsabilità verso altri mi ha sempre spinto a trovare il coraggio di affrontare situazioni di oscurità totale.

La mia mente era occupata nel pensiero di dover proteggere altre persone. Da solo, invece, il buio mi costringeva a focalizzarmi sull’unica cosa che potevo percepire in quel momento: me stesso.

Siamo noi stessi il nostro più grande buio. Il nostro lato oscuro, le nostre paure, i nostri limiti, i nostri difetti, il mistero stesso di questa vita sono qualcosa che ci tiene svegli la notte e da cui scappiamo continuamente.

Così, ho guardato negli occhi quella paura e ho deciso che dovevo ad ogni costo scoprire cosa si nascondeva dietro e superarla.

Come sono diventato adulto a 30 anni suonati

Ho messo lo zaino in spalla e sono andato da solo in un bosco della Basilicata. Fatta un po’ di legna e montato la tenda, ho vagato per i sentieri del bosco per il resto del giorno, vivendo a pieno il momento presente.

Ho incontrato anche due cavalli, uno bianco e uno nero. Ricordo ancora il loro sguardo profondo e di come a lungo sono stato occhi negli occhi con il cavallo bianco. In qualche modo credo ci siamo riconosciuti come parte della stessa vita che fluisce nell’Universo.

La sera ho accesso un fuocherello e ho arrostito un po’ di carne. Finito il pasto, sono rimasto a lungo a osservare la danza incessante delle fiamme.

Poi, ho lasciato che le braci si consumassero e sono andato a godermi le meraviglie del creato: un cielo stellato da togliere il fiato come non lo vedevo da anni. In quel momento, mi sono sentito parte dell’immensità e una profonda quiete è scesa nel mio cuore.

Sono andato a dormire in tenda sereno e il bosco mi ha letteralmente cullato, donandomi il sonno di un bambino.

La mattina seguente si è risvegliato un nuovo Angelo, pronto a guardare entrambi i lati dell’ignoto. Sia quello della paura e sia quello dell’avventura. In ogni occasione.

All’alba di quel giorno, nonostante avessi passato i 30 anni, mi sono sentito per la prima volta uomo. Non nel senso del macho che non deve chiedere mai che ci mostra la pubblicità. Un adulto finalmente pronto ad accettare tutto quello che gli riserverà la vita. Bello o brutto che sia.

Ho compreso che l’oscurità fa parte di noi come condizione essenziale per vivere. Fuggire da lei ci crea contrazione e ci fa soffrire. Affrontarla ci permette di comprendere cose su noi stessi e sulla vita che non avremmo mai immaginato e di vivere esperienze meravigliose che porterai per sempre nel cuore.

3 consigli per vivere al meglio questa esperienza

Inutile nasconderlo. Questa esperienza non è certo una passeggiata. Ma come ogni cosa in questa vita, più è difficile il cammino, più appagante è la meta.

Ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutarti ad affrontare al meglio questa esperienza.

Consiglio numero 1

Vai nel bosco di giorno

Come prima volta, non andare direttamente la notte. Familiarizzare di giorno con il bosco dove dormirai, ti consente di acquisire una maggiore tranquillità. In questo modo, quando arriverà la notte, saprai cosa c’è intorno a te e semplicemente non potrai vederlo in quel momento perché è buio.

Vivere l’esperienza in questo modo, è anche la perfetta metafora della dualità dell’esistenza: luce e buio sono due facce della stessa medaglia e danzano nella nostra vita in perfetto equilibrio.

Consiglio WildWisdom Numero 2

Vivi la tua paura

Può sembrare contraddittorio visto che sei lì per annientare quella paura. Tuttavia, se tu combatti quella paura e provi a nasconderla ti metti contro e le dai forza. In qualche modo, è come se stessi ammettendo a te stesso che quella paura è importante e quindi automaticamente la alimenti.

Invece, prova a convivere con quella paura. Io ho pensato questo: “sì, è vero. Provo paura. È una sensazione che non posso nascondere e che mi rende umano. Questo, però, non mi impedisce di godermi nel “qui ed ora” tutta la bellezza che mi circonda: il suono del vento tra le fronde, le stelle che brillano nel cielo, il contatto con la roccia a cui sono poggiato, ecc.”

La paura si è dissolta come neve al sole e se mi chiedessi di rifarlo oggi stesso, ti risponderei: “quando si parte?”

Consiglio WildWisdom Numero 3

Stacca la spina

Non portarti nulla di superfluo. Scegli con cura solo l’essenziale per mangiare, bere e dormire al caldo. Per il resto, tieni spento il telefono e togliti l’orologio. Abbiamo fin troppe distrazioni durante il “tran tran” quotidiano. Questo è il tuo spazio personale in cui ci sei solo tu. Approfittane per guardarti dentro e scoprire la meraviglia che sei.

Un giorno vissuto in questo modo ne vale 100 della tua normale e stressante quotidianità.

la vita non va allungata. Va allargata.

Luciano De Crescenzo

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