Perdere la vista nel bosco per tornare a vedere (breve racconto con lieto fine)

Angelo-D´Angelo-WildWisdom

Angelo D'Angelo

Barese di origini, adottato dal mondo, rinato nel Bosco… Da sempre ho amato la Natura di quell’amore viscerale che non ti sai spiegare. Perché la Natura può essere un’esperienza concreta da vivere…

Verdi chiome intorno a me danzano leggere con il vento. Cammino in un’immensa distesa di Pini. Di lì a poco mi sarei ritrovato senza vista ma…

…partiamo dall’inizio.

Cosa diamine ci facevo nel bosco?

Non ero nel bosco casualmente. Ero lì per un motivo. Precisamente “per colpa” di un libro dal titolo “Alchimia Selvatica”, autore Michele Giovagnoli.

Nessuna conoscenza esoterica o trascendentale. Una “semplice” proposta di un viaggio alla riscoperta della nostra vera natura (qualsiasi cosa voglia dire) attraverso il bosco.

Sin da piccolo il bosco ha rappresentato per me qualcosa di affascinante e misterioso al tempo stesso. Crescendo è diventato qualcosa di cui sento il richiamo (lo racconto nella mia storia).

Così, quando ho visto questo libro sugli scaffali del sito “Il Giardino dei Libri”, l’ho comprato di impulso.

All’interno sono proposti degli esercizi di contatto con la natura per tornare a riappropriarci del rapporto con essa.

Breve digressione sugli alberi

Non ero nel bosco casualmente. Ero lì per un motivo. Precisamente “per colpa” di un libro dal titolo “Alchimia Selvatica”, autore Michele Giovagnoli.

Nessuna conoscenza esoterica o trascendentale. Una “semplice” proposta di un viaggio alla riscoperta della nostra vera natura (qualsiasi cosa voglia dire) attraverso il bosco.

Sin da piccolo il bosco ha rappresentato per me qualcosa di affascinante e misterioso al tempo stesso. Crescendo è diventato qualcosa di cui sento il richiamo (lo racconto nella mia storia).

Così, quando ho visto questo libro sugli scaffali del sito “Il Giardino dei Libri”, l’ho comprato di impulso.

All’interno sono proposti degli esercizi di contatto con la natura per tornare a riappropriarci del rapporto con essa.

Come ho “perso” la vista

Ho perso la vista per scelta. Mi spiego meglio.

In questo libro, tra gli altri, era proposto un esercizio: vagare bendati per 4 ore in un bosco in completa solitudine.

Così, mi sono detto: mi spaventa! Devo assolutamente provarlo allora.

Nell’incantevole “marea” di Pini, faccio un lungo respiro, imposto il timer su 4 ore e mi annodo la benda.

Difficile spiegare quello che è successo dopo.

So solo che, dopo i primi minuti di puro terrore, in cui ho pensato ad attacchi di animali selvatici, serial killer, cadute su rami appuntiti con relativo infilzamento o semplici curiosi che mi deridevano…

si è schiuso un mondo nuovo, fatto di sensazioni inesplorate.

Il suono del silenzio e altre nuove sensazioni

Raccontando questa esperienza ad un amico mi ha chiesto: Quanti km hai fatto? (Neanche fosse la maratona di New York!)

In realtà, credo di aver percorso poche decine di metri avanti ed indietro con un vago senso di disorientamento.

All’inizio, ero molto occupato a non inciampare in qualche albero caduto o finire in cespugli di rovi (cosa che per la felicità delle mie gambe è successa solo 2 volte).

Poi, piano piano, mi sono aperto a questa esperienza e l’ho vissuta come un gioco, in totale serenità.

Ho assaporato ogni profumo del bosco che, senza “l’ingombrante” vista, entrava in modo intenso direttamente nelle narici.

I suoni leggeri delle foglie agitate dal vento, lo scricchiolio dei rami, l’abbaiare dei cani in lontananza erano una sinfonia meravigliosa. Persino il silenzio aveva un suono tutto suo che poteva essere udito (sì nel bosco accade questa magia).

Ogni tanto incontravo qualche albero e il contatto con la sua ruvida corteccia, mi faceva sentire accolto e protetto.

Non c’era un solo essere umano in quel posto, eppure non mi sono sentito solo neanche per un secondo.

Un dono inaspettato prima della fine

Ad un certo punto sono stato anche benedetto da un leggero scrosciare di pioggia. Su di me e intorno a me sentivo le gocce che cadevano e in lontananza il borbottio dei tuoni. Una meraviglia!

Tra una cosa e l’altra, ho perso qualsiasi cognizione di tempo e spazio e vagavo in una dimensione indefinita di pura bellezza e amore. Esseri speciali e saggi vegliavano costantemente su di me: gli alberi e le piante.

Così, è arrivato il suono del timer a sancire la fine di questa meravigliosa esperienza. Ho fatto un respiro profondo, ho tolto la benda e alzato le braccia al cielo in segno di liberazione.

Toccare la profondità dei sensi è qualcosa di meraviglioso… ma il dono della vista è qualcosa di eccezionale che troppo spesso diamo per scontato.

Ora tocca a te: condivi la tua perla

Se stai leggendo queste parole, in questo istante sta avvenendo una magia: abbiamo creato un contatto. E, ti assicuro, il caso non c’entra nulla.

Se te la senti, mi farebbe molto piacere sapere quali sono le tue esperienze con la natura. A questo punto, quindi, la palla è a te. Rispondimi a questa domanda:

qual è il ricordo più bello con la natura?

Non essere timido, racconta! Lasciati andare. Se trovi imbarazzante raccontarti o pensi sia stupido, allora devi proprio farlo. Supera la tua zona di confort e inizia a vivere!

Coraggio! Lasciami un commento qui sotto. Non vedo l’ora di leggerlo 😉

Ah, Quasi dimenticavo! Ho registrato un video dove ti indico una strada più semplice di vagare bendati per 4 ore nel bosco per tornare in contatto con la Natura e sfruttare il suo potere.

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